1 Giugno 1980 |
Il concerto dei Clash in Piazza Maggiore è stato l'inizio per tanti musicisti e per tanti giovani, che si sono avvicinati per la prima volta ad un genere musicale. La piazza era piena e tra il pubblico c'erano tantissimi adolescenti. Quel live colpì pure noi, che eravamo già un po' smaliziati, figuriamoci che impatto ebbe sui giovanissimi. Segnò la vita di tanti. Lavorai alla realizzazione dell'iniziativa voluta da Zangheri in stretta collaborazione e in piena sintonia con la squadra costituita da Mauro Felicori. La rassegna RITMICITTA’ culminò in un concerto in Piazza Maggiore destinato a suscitare, come ho già ricordato, molte polemiche. Il momento di maggior richiamo fu l'esibizione dei Clash, complesso che ci venne indicato da Massimo Buda, il nostro critico musicale; ma ovviamente cercammo di coinvolgere nella eassegna anche i gruppi bolognesi. Band nate in aperta contestazione con l'amministrazione comunale salivano sul palco di una manifestazione organizzata dal Comune. Eravamo consapevoli della scelta artistica un po' "al limite" che gruppi come i Clash rappresentavano, ma anche questo si collocava nel solco che poi avremmo percorso negli anni successivi. il Comune organizzò il concerto dei Clash in Piazza Maggiore, che forse non hanno mai suonato, durante tutta la loro carriera, in una cornice così suggestiva. Era la rivolta musicale britannica regalata su un piatto d'argento, per far capire ai ragazzi quanto il Comune fosse loro vicino. Per un bolognese l'11 marzo '77 e la strage alla stazione di Bologna sono certamente i momenti più bui di quegli anni, di contro i Clash in Piazza Maggiore sono da ricordare come un momento di luce ed hanno avuto un significato esclusivamente politico: si è trattato infatti del primo grande evento organizzato dal Comune dopo i disordini del '77. Chiamando i Clash, il gruppo di punta del punk e paladino di tante lotte, si tentò di riappacificarsi con i giovani: tentativo che si realizzò a metà. Ma fu in ogni caso un gran concerto. Ad un certo punto il Comune ci diede i Clash, “aggratisse”, in Piazza Maggiore. Un maestrale colpo “Zangheropolese”. Dove altro “il governo della citta’” ti passa la rivoluzione, la punta di diamante della ribellione punk, a portar la street credibility a mille??? A parte Joe Strummer e la t-shirt “Brigade Rosse” (l’ho gia’ detto che gli inglesi sono sintatticamente ignoranti verso le altre lingue), noi sapevamo che i Clash non erano affatto la rivoluzione, ma un meraviglioso business in casa CBS, oltre che il perfetto esempio della moderazione compromissoria PCIsta, per cui.... Per cui sabotammo il concerto, quasi spaccammo in due la scena nascente confliggendo con i punks meno politicizzati che arrivarono da ogni parte d’Italia, però il testo del mio volantino di rivendicazione a nome BO Punx fu pubblicato integralmente su ‘Ciao 2001’ (mai capito il perché ma andò stramegabenissimo così), e quindi si diffuse la notizia che a Bologna la scena punk non era calci sputi e spille da balia ma, apriti cielo, “anarchica e politicizzata”!!!! |
abstracts tratti da “Non disperdetevi” di Oderso Rubini e Andrea Tinti |