|
|
MEI (oderso)
23/12/2004 17:53:23 |
E' sempre difficile dare una valutazione serena del MEI di Faenza: da una parte è un'occasione importante e utile per fare il punto della situazione, per incontrare persone che normalmente non vedi e per allacciare nuovi rapporti, ma dall'altra percepisci che tutta quell'energia e quella passione ben difficilmente riceveranno un adeguato ritorno: è una situazione che non evolve se non continuando ad attorcigliarsi su se stessa, che non dà segni reali di crescita (come mercato e come cultura), che non riesce ad incidere sul suo ambiente (figurarsi poi in un sistema globalizzato). E' come se tutto fosse cristalizzato da oltre 20 anni: le cifre di vendita sono analoghe, il provincialismo lo stesso, della presunzione poi nemmeno a parlarne, dibattiti e convegni bastava registrarli una volta tanti anni fa e replicarli che tanto pochissimo è cambiato, esibizioni e concerti per 10/12 spettatori di media.
E' ovvio che se non c'è stata e ancora non c'è la capacità di modificare questo stato delle cose, il limite sta innanzi tutto in coloro che popolano questo ambiente (e non serve in questo caso attaccare il sistema che impedirebbe ad artisti ed imprenditori incompresi di godere i frutti del loro genio). Ma il sistema, appunto, è in un momento di grande trasformazione e l'occasione è ghiotta per provare a immaginare qualcosa di diverso e di realmente alternativo alla noiosa routine della quale siamo più o meno tutti preda. Serve qualcosa di più: una riflessione a tutto tondo su un progetto di sistema, non limitato solamente all'utilizzo della sirena tecnologica, ma incentrato su una visione della musica e del mercato più etica, meno incentrata su piccoli e insignificanti interessi personali (o autoreferenziali, se preferite), capace di dare valore alla musica come bene colletivo e di crescita culturale, e non solamente come valore aggiunto alla diffusione di merci o di tecnologie! |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
| |