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Affreschi ironici ed irridenti, che prendevano spunto da una parte del ‘Movimento’, il segmento meno politico e serioso. Si voleva mettere in discussione un modo di vivere, non soltanto un governo. Questo stato di cose mi entusiasmava molto, mi vedeva coinvolto, si viveva per strada, per esempio in Piazza Maggiore sempre affollata di giovani. Non c’era la necessità di darsi appuntamento, perché tutti sapevano che era sufficiente andare in Piazza Verdi o in Piazza Maggiore per incontrarsi. Bologna si era in qualche modo riappropriata di una tradizione, che vuole la piazza centrale come il cuore pulsante della città. Questi momenti mi elettrizzavano, anche se col passare delle stagioni quel primo sguardo si è perduto. Io a volte ripenso a come vedevo Bologna nei primi tempi, appena arrivato in città, e paragono questi ricordi con la visione che ho oggi del capoluogo emiliano, totalmente diversa. […] |
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