ADRIANO BACCILIERI
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Direttore Artistico dell'Accademia di Belle Arti
Noi vivevamo sull’onda lunga della contestazione parigina. L’obiettivo era racchiuso in un pensiero molto semplice: l’immaginazione al potere; e quale migliore ipotesi ci poteva essere per gente che lavorava all’Accademia e si occupava d’arte? Il movimento politico ed estetico del ’68, e degli anni a seguire, era improntato alla speranza proprio in quella direzione. C’era la fantasia, c’era l’idea di riuscire a sovvertire l’establishement con una rivoluzione che, anche se in ritardo, assomigliava un poco a quello che era stato il programma estetico-politico delle avanguardie storiche. Si pensava che l’arte potesse riprogettare il mondo. E’ stata l’ultima delle illusioni, anche se molto probabilmente c’era già la consapevolezza che questo pensiero fosse irrealizzabile, infatti dal 1977 in avanti si è capito che queste utopie sarebbero rimaste tali.

 

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