|
[…] Il “Gran Pavese” non poteva nascere in altre città. Gli ideatori dello spettacolo erano studenti del DAMS e conoscevano benissimo in mondo delle cantine bolognesi. Il clima della città ha sicuramente aiutato la nascita del “Gran Pavese”. Bologna era piena di aspiranti attori, aspiranti musicisti, aspiranti cabarettisti, tutti aspiranti che si conoscevano tra loro e frequentavano la vita notturna della città. Tanti comici non bolognesi, come Iachetti, parteciparono alle serate in Via Del Pratello. Il “Gran Pavese” era diventato un luogo importante per tutta la scena comica peninsulare. […] Oggi il “Gran Pavese” non potrebbe esistere, si è trasformato in “Zelig”, dove un bravo presentatore tiene le fila di tutti i comici che ruotano attorno a lui e la grande forza di penetrazione deriva dal mezzo utilizzato: la televisione. Il “Gran Pavese”, invece, era uno spettacolo che poteva ospitare solo 150 spettatori.Una nicchia ristretta di appassionati. |
|