Sax in una delle bande musicali del ‘Movimento’, musicista, direttore artistico, ingegnere minerario
Per me a Bologna nel biennio ‘76/’77 erano le case il collante del ‘Movimento’. Per esempio la casa dove vivevo “ospite fisso poco pagante” era in Via Degli Angeli, 14 […] Quello fu anche il periodo degli slogan da scrivere sui muri. Uno di questi, coniato da me, urlava: “Lavoro zero e reddito intero, tutta la produzione all’automazione”. Era ispirato dal desiderio di liberazione dal lavoro, evitando l’esaltazione che il marxismo-leninismo faceva delle tute blu e di tutto il proletariato. Volevo evitare la fatica ed il sudore grazie alle macchine automatiche che avrebbero prodotto per noi i beni necessari alla ricerca della felicità. Uno slogan veramente utopistico. […] Fino al ’77-‘78 Bologna mi era sembrata una città bellissima. Bastava vivere dentro le mura per sentirsi al centro del mondo. Succedeva di tutto, non c’era un solo istante per annoiarsi.