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Il nome che avevamo scelto era “Dodo Brothers”, gruppo “mao dada dandy”. Oggi non posso dire che intuimmo l’importanza del video, perché allora capivamo poco ed eravamo completamente squattrinati. Però uscirono le prime telecamere portatili, anche se bisognava avere i muscoli di Schwarzenegger, e noi le comprammo. Erano delle scatolone piene di circuiti dove giravano dei nastri a bobina, basate su una tecnologia assolutamente “taroccata”, mi ricordo che un tipo di Parma ci montò un tubo che permetteva di riprendere di notte. Questi tubi erano utilizzati dalla Polizia e lui ne aveva una partita recupera chissà dove. La telecamera diventava sensibilissima al buio, però lasciava una scia luminosa mentre si muoveva. Oggi all’estero, quando qualcuno vede le nostre riprese, ci fa sempre i complimenti per questo effetto, non voluto allora, ma che ha reso le immagini assolutamente moderne. Il mezzo video pur nella sua mediocre tecnologia aveva una |
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