|
Se non siamo noi, che li abbiamo vissuti ed animati, a testimoniare la reale dimensione storica di quegli anni, altri ne faranno quello che non è stato.
C’era uno spirito nuovo, si cercava di conoscere il mondo, si parlava di India, di religioni, di viaggi, di droghe ed io, come altre migliaia di ascoltatori, avevo bisogno di sentire queste cose, di aprirmi a prospettive diverse da quelle che mi stava offrendo la società assonnata in cui ero cresciuto...
[…] All’inizio degli Skiantos c’era una grande eccitazione in quello che facevamo. Ricordo che ci tormentavamo a vicenda. Roberto (Freak), Andrea (Jimmy) ed io arrivavamo con i testi e tutti gli altri Skiantos ci rompevano i coglioni, volevano sempre intervenire sulle nostre liriche, come noi cantanti su quelle degli altri due. Ogni decisione che si prendeva doveva passare per acclamazione. Non esisteva un unico leader. Noi eravamo esattamente lo specchio del modo in cui prendevano forma le cose in piazza, in politica, o in radio. Non era ammissibile che ci fosse qualcuno che indicava esclusivamente la propria strada. Questo fù un elemento determinante nella natura degli Skiantos. |
|