 |
Non ero cosciente fino in fondo del perché mi trovassi in mezzo ai video, alle radio, alle fanzine, o ai concerti, solo dopo tanti anni ho capito che era la musica, quella che mi attraeva in questo turbinio di cose. Mi sembrava di essere uno schizofrenico che andava dove c’era un nuovo “gioco” da fare.
[…] Ho sempre fatto quello che avevo voglia di fare, come adesso. Ieri mi muovevo con la stessa libertà, con la stessa voglia e con la stessa passione d’oggi. Non è cambiato molto nel mio approccio. Vent’anni fa facevo video per gioco ed oggi faccio musica per divertimento. In questo momento mi trovo in studio per lavorare ad un album, ma mi sono preso un giorno di produzione musicale senza un fine. E’ come se oggi decidessi di fare una passeggiata senza sapere dove andare. Io lavoravo così, se trasmettevo da una stazione radio non mi ponevo il problema di come si sarebbe sviluppata la mia collaborazione, la facevo e basta. Non mi ponevo il problema di piacere o di aumentare la mia audience: era un piacere tutto mio. Il mio è un approccio quasi ludico. In quel periodo era difficile trasformare questo tipo d’atteggiamento in un lavoro ed in una fonte di reddito. Allora c’era una situazione che aveva un potenziale completamente diverso, in senso positivo, rispetto ad oggi. |
|
